La seconda vita delle cose di DONO TRENTINO

 

Per la rubrica “I caffè di Svolta” siamo stati ospiti della rete che si occupa di mettere in contatto chi ha qualcosa da donare con chi ne ha bisogno

Tutto nasce dall’intuizione di un gruppo di cittadini attivi che durante il lockdown iniziato a marzo del 2020 si è interrogato riguardo alle possibili soluzioni da adottare per far fronte all’accentuazione delle disparità socio-economiche e all’impoverimento generale di una grandissima parte della popolazione.

 

Questo gruppo iniziale si è accorto di quanti oggetti della vita di tutti i giorni possediamo, e quanti di questi spesso ci diventino inutili, ingombranti, sebbene perfettamente funzionanti e riutilizzabili. Allo stesso tempo le difficoltà economiche create dalla pandemia iniziavano ad incidere pesantemente sul potere di acquisto di molte famiglie, costrette a rinunciare a beni utili o indispensabili. Nasce quindi l’idea e la volontà di rispondere prontamente a questi bisogni emergenti con una piattaforma in grado di unire il desiderio di donare al bisogno materiale di alcune persone in situazione di fragilità. L’exploit del digitale dovuto al distanziamento sociale ha influenzato molto la scelta dello strumento, che però rischiava di diventare escludente nei confronti di tutta quella fetta di popolazione non digitalizzata, e per questo motivo è stato importantissimo il lavoro di tutti per facilitarne l’utilizzo anche a queste persone, venendole incontro e supportandole anche di persona o telefonicamente per permettere loro di donare o beneficiare dei beni messi a disposizione da altri. Quando ci è stata presentata l’idea a Svolta, ne abbiamo subito compreso e condiviso il valore e allo stesso tempo le difficoltà, vista la complessità di fondare una piattaforma e mettere in contatto le persone in un periodo di isolamento forzato in cui ci ritrovavamo. Come spazio di coprogettazione, noi di Svolta abbiamo aiutato a individuare la rete dei partner e supportato il gruppo nella presentazione del progetto al bando Intrecci Possibili 2020. La rete e il progetto in questa fase erano ormai maturi, e l’esito del bando è stata una conferma della bontà e validità dell’idea nata solo poco tempo prima da un gruppetto di cittadini. Il sostegno economico fornito dal bando Intrecci Possibili ha quindi permesso lo sviluppo della piattaforma e l’inizio della promozione tra i nuovi possibili partner. È così che il gruppo di lavoro si è mano a mano ingrandito, coinvolgendo sostenitori e partner del territorio come Caritas Trento, Trentinosolidale, Rotte Inverse, Fondazione Caritro e CSV Trentino. Per la parte grafica invece è stato chiesto l’aiuto degli studenti e delle studentesse degli Artigianelli, che sono riusciti a cogliere il senso dell’iniziativa realizzando delle grafiche meravigliose che oggi arricchiscono la piattaforma e rendono riconoscibile il progetto. Per realizzare la piattaforma invece è stato coinvolto CeloCelo, progetto dell’Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario (TO) che si occupa di piattaforme informatiche finalizzate a reperire e distribuire beni di varia natura sul territorio in favore di persone svantaggiate che necessitano di quei beni. Inizia così la fase di implementazione del progetto, durante la quale è stato redatto il regolamento, strumento indispensabile per lo sviluppo di una filiera del dono chiara e strutturata. Grazie a questo lavoro sono stati individuati i tre soggetti coinvolti nel processo: il donante, il ricevente e un soggetto che faccia da tramite e da garante. Per quest’ultimo ruolo sono state individuate le organizzazioni che svolgono sul territorio attività di volontariato e che si occupano di riuso. È iniziata quindi la fase di ricerca e mappatura per individuare gli Enti del Terzo Settore in grado di ricoprire il ruolo di intermediario e che ha visto una grande risposta dettata dall’entusiasmo e dall’interesse, sia da parte dei privati sia dalle istituzioni pubbliche. Nasce così la piattaforma Dono Trentino (link), che si fonda su tre attori fondamentali: il donatore, il ricevente e gli intermediari, ovvero quelle organizzazioni o istituzioni che possono assicurare che i beni arrivino proprio a chi ne ha più bisogno.

Da un’analisi critica svolta dalla cabina di regia del progetto è emerso il bisogno di rafforzare ancora “l’ultimo miglio”, riuscire quindi a intercettare maggiormente le persone che possono aver bisogno degli oggetti che vengono donati. Per fare questo è fondamentale la collaborazione con i servizi che quotidianamente si occupano di supportare e sostenere le persone in difficoltà socio-economica, come gli assistenti sociali, gli educatori e gli amministratori di sostegno. Si avverte il bisogno di ricucire quella prossimità e quel senso di comunità sopite dai ritmi moderni, per poter ritrovare maggiore coesione e cooperazione tra gli individui. Vista la portata del progetto, la fase organizzativa è stata molto importante e ha visto l’adesione di molti enti accreditati sia da parte del privato sociale sia da parte delle istituzioni. Grazie alla Caritas Diocesana di Trento sono state anche raggiunte diverse parrocchie e oratori delle aree interne della Provincia Autonoma di Trento. Fondamentale è stato anche il supporto offerto a tutte le persone interessate attraverso il servizio di help desk. In questo modo anche per le persone meno avvezze all’utilizzo del digitale è stato più facile capire il funzionamento della piattaforma virtuale Dono Trentino. Anche dal punto di vista comunicativo si è cercato di promuovere innanzitutto l’iniziativa, ma soprattutto il funzionamento dello strumento stesso di modo da facilitarne il più possibile l’utilizzo da parte della cittadinanza. Fondamentali per riuscire ad attuare il progetto è sicuramente stata la rete creatasi, sia per quanto riguarda i soggetti partner sia per quelli accreditati successivamente. Un altro elemento importantissimo per questa fase del progetto è la trasparenza e tracciabilità delle donazioni effettuate attraverso la piattaforma. Questo servirà da incentivo ad altre persone che vorranno donare i loro beni al prossimo. Questa è in sostanza la differenza tra lo smaltimento e il dono, grazie al mio gesto potrò non solo dare una seconda vita alle cose che non mi servono più, ma sosterrò allo stesso tempo una persona o una famiglia in difficoltà, che quel bene non poteva permetterselo. Questo è possibile solo grazie agli enti accreditati che fanno da tramite e da garanzia affinché questi beni giungano davvero a chi ne ha più bisogno. Dopo la realizzazione della piattaforma il gruppo di lavoro ha compreso l’importanza di ampliare i partner, e grazie al supporto e alla consulenza di Trentino Social Tank è cominciato l’importantissimo lavoro di ricerca e soluzione delle criticità inizialmente rilevate come la logistica e la sostenibilità futura del progetto. Per questo motivo il gruppo di lavoro ha deciso di partecipare al bando di ITASolidale attraverso il quale ci si è posti l’obiettivo di arrivare alle persone direttamente a contatto con chi ha più bisogno, come ad esempio gli assistenti sociali, il parroco, il volontario. In questo modo sarà più facile coprire quell’ultimo miglio che separa un bene dal suo ricevente, spesso ignaro dell’iniziativa e che invece potrebbe beneficiarvi. Per riuscire a raggiungere e sensibilizzare anche i più giovani sono stati organizzati eventi e convegni nelle scuole superiori, al fine di introdurli ed educarli alla cultura del dono. Per aumentare la capillarità del progetto verranno realizzate anche attività formative e informative da svolgere sul territorio, sia da remoto attraverso workshop e seminari. Fino ad oggi sono ben 17 gli enti accreditati, e più di 90 gli oggetti donati attraverso la piattaforma. Ma tantissimi altri oggetti aspettano ancora oggi di trovare una persona che ne abbia bisogno e che li accolga, per questo è fondamentale spargere la voce e far conoscere a quante più persone possibili questa importantissima iniziativa.

 

Vorresti donare un oggetto in buono stato che non utilizzi più?

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